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PIETRO VIRGA
(Professore emerito di diritto amministrativo)
Ripristinare le qualifiche e rivalutare i "quadri"
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Il nuovo sistema di classificazione del personale del comparto dei ministeri di cui all'art. 13 del contratto collettivo nazionale di lavoro per il quadriennio normativo 1997-2000 prevede l'accorpamento delle precedenti, nove qualifiche funzionali in tre aree contrassegnate dalle lettere dell'alfabeto (A,B,C). In ogni area sono state ricomprese "posizioni organizzative" contrassegnate dai numeri (ad es.: C1, C2, C3).
La natura essenzialmente economica di tali posizioni è rivelata dal fatto che ad alcune di tali posizioni è stata aggiunta la particella "super", per garantire un adeguato sviluppo economico nell'ambito della stessa area. La natura economica di tali posizioni è comprovata anche dal fatto che tutte le mansioni, indipendentemente dal numero della posizione (C1, C2, C3), sono esigibili a carico degli appartenenti della stessa categoria, in quanto considerate professionalmente equivalenti, non costituendo le lettere ed i numeri scale gerarchiche.
Così il "collaboratore" è diventato un anonimo C1, il "direttore coordinatore" è diventato un anonimo C2, un cancelliere di tribunale è diventato un anonimo C3.
A sostegno di un tale nuovo sistema di classificazione è stato addotto l'argomento che si è voluta sbloccare la carriera degli statali, che precedentemente era stata ritardata dall'abolizione degli automatismi retributivi e dalla soppressione delle promozioni. Il sistema però, pur prevedendo il passaggio da una posizione all'altra anche di altra area mediante selezione, non detta regole precise né per le temporalizzazione delle selezioni, né per i criteri che debbono essere applicati in tali selezioni, essendo la materia rimessa alla contrattazione integrativa.
Anche nella dirigenza, dopo la contrattualizzazione dei dirigenti avvenuta nel 1996, sono scomparse le vecchie qualifiche (primo dirigente, dirigente superiore, dirigente generale) e sono rimaste solo due fasce, con accesso automatico a quella superiore dopo appena cinque anni di esercizio delle funzioni più elevate.
Quali conseguenze nefaste un siffatto sistema ha avuto per l'ordinamento organizzativo statale e per la attribuzione delle competenze è facile immaginare.
E' ben noto che l'impianto burocratico statale si articola in sezioni, divisioni, direzioni generali (sostituite in alcuni ministeri dai dipartimenti). A capo di ognuna di queste strutture burocratiche precedentemente era preposto un funzionario che rivestiva la qualifica corrispondente (capo sezione preposto alla sezione e collaborato dai consiglieri, capo divisione preposto alla divisione articolata in sezioni, direttore generale con il compito di coordinare il lavoro di tutte le divisioni generali). Ora, essendo le mansioni divenute fungibili nell'ambito della stessa area, la preposizione ad una unità organizzativa è indipendente dalla posizione giuridica posseduta Si è creata così una discrasia fra la organizzazione amministrativa ed i livelli professionali.
Conseguentemente sono stati umiliati e delegittimati i "quadri intermedi", che sono invece il nerbo dell'amministrazione. I "quadri" sono, nell'attuale sistema, considerati solo collaboratori in sottoordine dei dirigenti. Ma la dirigenza, come risulta dalla stessa sua denominazione, non può che determinare le direttive generali della gestione amministrativa nell'attuazione dell'indirizzo politico del governo, mentre l'amministrazione effettiva non può che essere affidata ai "quadri", che sono giornalmente alle prese con i problemi concreti dell’amministrazione.
Il sistema ha inoltre creato una distorsione con la enorme dilazione del ruolo unico dirigenziale (nel quale sono confluiti i dirigenti di tutti i ministeri e amministrazioni autonome). E' da prevedere che molti dirigenti stazioneranno inutilizzati nel ruolo unico in attesa di utilizzazione, mentre diminuirà corrispondentemente il numero degli addetti rientranti nei "quadri".
La esigenza di ritornare al vecchio sistema delle qualifiche e della rivalutazione dei "quadri" è comprovato da quanto è avvenuto per il Ministero dell'interno. Con la recente legge 19 maggio 2000 n. 139, è stata ristrutturata la carriera prefettizia e sono state ripristinate le antiche qualifiche di consigliere di prefettura, di vice prefetto (ex vice prefetto vicario), vice prefetto aggiunto (ex vice prefetto ispettore) e prefetto, con la ricostituzione del sistema burocratico preesistente.