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n. 6/2014

Sull’abolizione delle sezioni staccate
dei Tribunali Amministrativi Regionali

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Per uno strano scherzo del destino, nello stesso giorno in cui la Corte costituzionale ha depositato la sentenza 13 giugno 2014 n. 174, con la quale è stato ricordato che la nostra Carta costituzionale (all’art. 125) prevede e garantisce il principio dell’articolazione territoriale della giustizia amministrativa, nel corso della conferenza stampa del Premier Matteo Renzi, tenuta in pari data, si è appreso che, nell’emanando decreto legge sulla riforma della P.A., sarà prevista l’abolizione (con effetto dal 1° ottobre 2014) delle sezioni staccate dei Tribunali amministrativi regionali.

Si legge infatti nel comunicato del Consiglio dei Ministri del 13 giugno 2014 (che viene riportato in calce al presente documento), che: "Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, ha approvato misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese. Tra queste, le seguenti misure. ..... A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale". Prima del comunicato viene riportata (per estratto) la norma che sarebbe contenuta nell'emanando decreto-legge.

Sorge innanzitutto un dubbio circa la costituzionalità della preannunciata abolizione. Dispone infatti il già richiamato art. 125 Cost. che: "Nella Regione sono istituiti organi di giustizia amministrativa di primo grado, secondo l'ordinamento stabilito da legge della Repubblica. Possono istituirsi sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione". La nostra Carta costituzionale prevede quindi non solo degli organi di giustizia amministrativa di primo grado strutturati su base regionale, ma anche (nelle Regioni più popolose) "sezioni con sede diversa dal capoluogo della Regione". Onde la soppressione di sedi staccate istituite ormai da molto tempo sembra contrastare con tale previsione costituzionale.

Vero è che la Costituzione prevede la istituzione di sedi staccate come una facoltà e non già come un obbligo, ma nel caso in cui tale facoltà, come nella specie, sia già stata esercitata da molto tempo, il legislatore, nel sopprimere in via generalizzata tutte le esistenti sezioni staccate (senza peraltro una valutazione caso per caso), deve indicare - pena un insanabile vizio di irragionevolezza - le ragioni per le quali ha abolito tali sezioni, disattendendo la previsione costituzionale. Nè varrebbe addurre a tal fine generiche esigenze di riduzione della spesa, dato che (come dirò meglio in seguito) la prevista abolizione non comporterà alcuna apprezzabile diminuzione della spesa pubblica, mentre comporterà un indubbio aggravio di spesa per i cittadini che chiedono giustizia.

E’ da chiedersi inoltre quanto tale misura sia opportuna ai fini di prevedere una velocizzazione della definizione delle controversie innanzi al G.A. di primo grado.

La soppressione delle sezioni staccate comporterà, infatti, una concentrazione delle controversie innanzi all’unico TAR regionale, con conseguente ingolfamento delle segreterie (in atto dimensionate e strutturate per un certo numero di controversie che, d’un tratto, in molte regioni, raddoppieranno d’un colpo, senza avere il tempo di riorganizzarsi), senza peraltro comportare significativi risparmi di spesa (se non quelli costituiti dagli eventuali canoni di locazione pagati per le sedi staccate, dato che il personale rimarrà lo stesso); occorrerà inoltre prendere in affitto altri locali presso la sede unica regionale, per far spazio alle cancellerie unificate ed ai magistrati confluiti dalle sezioni staccate, con conseguente azzeramento degli eventuali risparmi di spesa.

E’ facile intuire infine che la soppressione delle sedi staccate finirà per comportare inevitabilmente l’allungamento dei tempi dei processi e una situazione di caos che ricadrà su tutti gli utenti della giustizia amministrativa.

Forse il mio giudizio negativo dipende dal fatto che, pur non essendo ancora anziano, sto diventando un inguaribile conservatore che, ormai, non appena sente parlare di riforme, comincia a preoccuparsi. Certo è che le riforme (pur necessarie) non si fanno con i colpi di accetta, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze che deriveranno e della loro compatibilità con la Costituzione. Il necessario decisionismo in ogni caso va coniugato con il raziocinio, valutando attentamente il rapporto costi-benefici.

L'emanando decreto-legge, secondo quanto annunciato, conterrà "misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese". La preannunciata abolizione delle sezioni staccate dei TT.AA.RR. non comporterà tuttavia né la semplificazione, né la crescita del sistema di giustizia amministrativa. Con buona pace del principio del decentramento delle funzioni (anche giurisdizionali), previsto dalla nostra Costituzione ben prima della pasticciata riforma del Titolo V.

G.V., 14 giugno 2014.

P.S.: il presente breve editoriale è stato pure inserito nel weblog, in modo tale da dare la possibilità ai lettori di intervenire sull'argomento.

Invitiamo tutti i lettori  a leggere la petizione contro l'abolizione delle sedi staccate dei TTAARR da noi predisposta.

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Estratto dell'emanando decreto-legge
 

Decreto-legge sulla riforma della Pubblica Amministrazione

Titolo I – Misure urgenti per l’efficientamento della P.A. e per il sostegno dell’occupazione (…)

Capo II – Misure in materia di organizzazione della P.A. (…)

Art. 18
(Soppressione di enti e uffici)

(…)

2. A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale. Resta ferma la sezione autonoma per la Provincia di Bolzano. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro il 15 settembre 2014, sono stabilite le modalità per il trasferimento del contenzioso pendente presso le sezione soppresse, nonché delle risorse umane e finanziarie, al tribunale amministrativo della relativa regione. Dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, i ricorsi sono presentati presso la sede centrale del tribunale amministrativo regionale.

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Comunicato pubblicato nel sito palazzochigi.it
relativo al CdM del 13 giugno 2014

13 Giugno 2014.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi alle ore 17.45 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Segretario il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio.

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, ha approvato misure urgenti per la semplificazione e per la crescita del Paese. Tra queste, le seguenti misure.

Disposizioni per il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni

Al fine di consentire l’ingresso di giovani generazioni nella pubblica amministrazione, il provvedimento introduce la revoca dei trattenimenti in servizio.

Incarichi direttivi ai magistrati e incompatibilità.

Oltre a provvedimenti per evitare la vacanza dei magistrati, si dispone che i magistrati amministrativi, ordinari, contabili e militari non potranno ricoprire incarichi dirigenziali nella pubblica amministrazione facendo ricorso all’istituto della aspettativa.

Semplificazione e flessibilità nel turn over per assunzioni a tempo indeterminato

Sempre nell’ottica di un ricambio generazionale e di rendere possibile nuova occupazione viene semplificato e reso più flessibile il turn over nella Pubblica Amministrazione.

Mobilità obbligatoria e volontaria

Nuove disposizioni perché le amministrazioni possano ricoprire posti vacanti in organico mediante passaggio diretto di dipendenti in servizio presso altre amministrazioni, che facciano domanda di trasferimento.

Divieto di incarichi dirigenziali a soggetti in quiescenza. E’ fatto divieto di assegnare incarichi dirigenziali a lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza.

Prerogative sindacali nelle Pubbliche Amministrazioni

Ai fini della razionalizzazione e riduzione della spesa pubblica, a decorrere dal 1° agosto 2014, i contingenti complessivi dei distacchi, al personale delle pubbliche amministrazioni sono ridotti del cinquanta per cento per ciascuna associazione sindacale.

Riforma degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato e delle avvocature degli enti pubblici

Abrogazione dei diritti di rogito del segretario comunale e provinciale e abrogazione della ripartizione del provento annuale dei diritti di segreteria

Copertura assicurativa per lavoratori in cassintegrati che fanno volontariato

Un unico modulo in tutta Italia per la Scia

Borse di studio per le scuole di specializzazione medica

Fatturazione elettronica nella PA

Ricognizione degli enti pubblici e unificazione delle banche dati delle società partecipate

Soppressione di enti e uffici

A decorrere dal 1° ottobre 2014 sono soppresse le sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale.

E’ soppresso il Magistrato delle Acque per le province venete e di Mantova.

Un’unica Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici e contro la corruzione.

Ridefinizione della missione dell’Associazione Formez PA

Viene proposta per l’Associazione Formez PA la nomina di un Commissario straordinario.

Unificazione delle Scuole di formazione

Limiti nella nomina dei componenti delle Autorità indipendenti

Riduzione del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio a carico delle imprese

L’importo del diritto annuale a carico delle imprese è ridotto del 50%

Semplificazione riguardo la prescrizione dei medicinali per patologie croniche

Silenzio assenso negli atti di competenza di diverse amministrazioni statali

Semplificazioni di norme in materia agroalimentare

Semplificazioni in materia di permesso di costruire e altre misure in materia edilizia

Unità operativa speciale per EXPO - 2015

Misure straordinarie di gestione e monitoraggio di imprese coinvolte in procedimenti penali

Divieto di transazioni della p.a. con società o enti esteri aventi sede in Stati che non permettono l'identificazione dei soggetti che ne detengono la proprietà o il controllo

Trasmissione ad Anac delle varianti in corso d’opera

Misure per l’efficienza del processo civile telematico

Verifica dei requisiti delle offerte negli appalti pubblici

Detassazione degli investimenti in impianti e macchinari

Istituzione della Rete del lavoro agricolo di qualità

Disposizioni urgenti per il rilancio del settore agricolo riguardo giovani, lavoro, semplificazioni, innovazioni d’impresa, sicurezza, ogm

Pene più severe sui reati ambientali, cronoprogramma stringente per le verifiche sulle aree a rischio della "terra dei fuochi"

Procedure più veloci e semplici contro il dissesto idrogeologico: in campo i Presidenti di Regione

Una procedura semplificata per le bonifiche e la messa in sicurezza

Nuova composizione per la Commissione tecnica VIA: meno costi, più qualificazione e trasparenza

Riduzione delle procedure di infrazione comunitaria in materia ambientale

Taglio dei costi delle bollette energetiche per le Pmi del 10%

Rafforzamento aiuto crescita economica (Ace)

Semplificazioni per facilitare le quotazioni

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Delega al Governo per la riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Presidente, Matteo Renzi, un disegno di legge recante "delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", composto da 12 articoli, di cui 8 contenenti deleghe legislative da esercitare in gran parte nei dodici mesi successivi all'approvazione della legge. Le materie del provvedimento sono quelle oggetto della consultazione pubblica, cui hanno partecipato oltre 40mila persone.

Riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato

Si inizia dalla riorganizzazione delle amministrazioni dello Stato, riducendo gli uffici e il personale impiegato in attività strumentali per rafforzare le strutture che forniscono servizi diretti ai cittadini. Si riducono gli uffici di diretta collaborazione dei ministri; si razionalizza la rete organizzativa delle Prefetture-Uffici Territoriale del Governo, rivedendo le competenze e le funzioni attraverso la riduzione del numero, il rafforzamento dell’esercizio delle funzioni di coordinamento e il conferimento di ulteriori compiti e attribuzioni di collaborazione interistituzionale; si riarticolano gli uffici a livello regionale e si prevede la gestione unitaria dei servizi strumentali delle pubbliche amministrazioni, mediante la costituzione di uffici comuni.

Riforma della dirigenza pubblica

Si delega il Governo a riformare la dirigenza pubblica. I principi indicati per il legislatore delegato riguardano:

la dimensione della dirigenza;

l’inquadramento dei dirigenti: l’istituzione di un ruolo unico; introduzione di ruoli unificati anche per la dirigenza delle amministrazioni non statali, con possibilità di scambio tra dirigenti appartenenti a ruoli diversi; omogeneizzazione delle retribuzioni;

l’accesso alla dirigenza per concorso e per corso-concorso: nel primo caso, assunzione a tempo determinato e trasformazione a tempo indeterminato previo esame di conferma dopo il primo triennio di servizio; nel secondo caso, immissione in servizio come funzionari, con obblighi di formazione, per i primi quattro anni e successiva immissione nel ruolo unico della dirigenza previo superamento di un esame;

il conferimento degli incarichi dirigenziali: mediante procedura con avviso pubblico, sulla base di requisiti e criteri definiti dall’amministrazione e approvazione, preventiva o successiva, da parte di una specifica Commissione;

la durata degli incarichi dirigenziali: tre anni, rinnovabili; spoilsystem per gli incarichi conferiti ai soggetti estranei alla pubblica amministrazione;

i dirigenti privi di incarico: collocamento in disponibilità, con successivo licenziamento dopo un periodo definito;

la valutazione dei risultati e la responsabilità dei dirigenti;

la dirigenza delle regioni e degli enti locali: coordinamento con il processo di riordino istituzionale avviato con la legge n. 7 aprile 2014, n. 56; previsione del dirigente apicale dell’ente e obbligo per i Comuni con meno di 5000 abitanti di gestire la funzione di direzione apicale in via associata; istituzione del ruolo unico, con accesso mediante concorso o corso–concorso; inserimento, in sede di prima applicazione, di coloro che sono iscritti all’Albo dei segretari comunali e provinciali.

Testi unici su lavoro pubblico, società partecipate, conferenza dei servizi, controlli amministrativi e Camere di commercio

Saranno elaborati testi unici che uniformino la normativa relativa ai predetti settori. I testi unici, oltre agli specifici criteri direttivi, dovranno essere redatti tenendo conto dei seguenti princìpi generali: coordinamento formale e sostanziale del testo delle disposizioni sia legislative che regolamentari;indicazione esplicita delle norme abrogate;aggiornamento delle procedure.

(omissis)


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